Fondazione
La Olivetti nasce nel 1908 su iniziativa di Camillo Olivetti,
ingegnere di origine piemontese con il pallino della meccanica.
Il personale è ridotto all'osso (poco meno di una decina di operai,
contro i cinquanta della FIAT, fondata dieci anni prima) ma le ambizioni
molto grandi: a dirigere le operazioni troviamo Domenico Burzio,
uomo di fiducia dello stesso Camillo Olivetti e grande lavoratore.
Adriano Olivetti
Nella seconda metà degli anni '20 Adriano Olivetti, figlio di Camillo,
entra a far parte dei quadri dirigenziali della società e nel 1932 diventa
direttore. Da allora, grazie al suo spirito d'iniziativa e al suo carisma,
la Olivetti conosce un periodo di crescita senza precedenti che le permette di
diventare uno degli attori principali del mercato tecnologico mondiale. Nel 1938
Adriano Olivetti assume la carica di presidente della società e inizia un percorso
di completa revisione della linea di prodotti a marchio Olivetti.
Nel 1940 fa il suo esordio la prima addizionatrice Olivetti, seguita nel 1945
dalla Divisumma 14, prima calcolatrice scrivente al mondo capace di eseguire tutte
le quattro operazioni. Nel frattempo la società di Ivrea inizia a investire nella
ricerca applicata all'elettronica e alla produzione di calcolatori a transistor,
che sfocia nella produzione dell'Elea 9003, primo mainframe di produzione europea
concepito da Mario Tchou.
La commercializzazione dell'Elea 9003 fa da preludio allo sbarco e all'espansione
della Olivetti sui mercati mondiali. Nella prima metà degli anni '60 la società di
Ivrea domina il mercato italiano, tanto a livello pubblico quanto a livello privato e
comincia ad affacciarsi anche sul mercato mondiale (in particolare quello statunitense)
grazie ai primi calcolatori elettromeccanici sviluppati nei laboratori di ricerca e
sviluppo italiani.
La Programma 101, considerata da molti come il primo personal computer della storia,
permette alla Olivetti di rubare la scena alle aziende elettroniche giapponesi e
statunitensi, impressionando molti dei visitatori che si recano alla Fiera mondiale
di New York del 1965. La Programma 101, progettata da Pier Giorgio Perotto e
caratterizzata dalle dimensioni ridotte (entrava comodamente su una scrivania) e
dal design moderno e innovativo, era in grado di compiere operazioni piuttosto complesse
in un lasso di tempo tutto sommato ridotto (naturalmente, il tutto rapportato agli
anni '60 dello scorso secolo). La prima acquirente è la rete televisiva statunitense NBC,
che compra cinque esemplari in occasione delle elezioni presidenziali del 1968.
Roberto Olivetti
Il successo per la Programma 101 arriva, però, quando il suo principale sponsor,
Adriano Olivetti, è già morto. Nel 1960 il figlio del fondatore della Olivette scompare
per un'improvvisa emorragia cerebrale e lascia il comando al figlio Roberto. Da tempo
all'interno dell'azienda, Roberto Olivetti prova a dare
continuità all'azione del padre, riportando però solo brevi e momentanei successi.
Nel 1963 porta a conclusione l'acquisizione della Underwood, tra i maggiori
produttori di macchine da scrivere degli Stati Uniti, ma l'operazione non ha gli
effetti sperati. L'ammontare della somma sborsata per inglobare la società
statunitense, unita ad altri fattori di crisi, portano Roberto Olivetti ad aprire
il capitale societario ad altri soci: entrano nel consiglio di amministrazione
della società di Ivrea la Fiat, la banca Imi, La Centrale, Mediobanca (allora statale
come Imi) e Pirelli. I nuovi soci non concordano con la “deriva” elettronica presa
dalla società nell'ultimo periodo e rallentano gli sviluppi di quello che, ben presto,
diventerà uno dei mercati più importanti del panorama economico mondiale.
Era De Benedetti
Sul finire degli anni '70 l'industriale Carlo De Benedetti acquista la maggioranza
della Olivetti e ne diventa presidente nel 1978. L'anno successivo apre un
laboratorio di ricerca e sviluppo a Cupertino, California (a poche centinaia di
metri dalla sede di Apple), dove saranno sviluppati alcuni prodotti che daranno
nuovo lustro al nome della società di Ivrea a metà degli anni '80. Dagli Stati Uniti
e dai laboratori di Ivrea arrivano, infatti, alcuni dei modelli di personal computer
di maggior successo della storia: l'Olivetti M10 e l'Olivetti M20, grazie anche alla
loro dotazione di software proprietario, consentono alla società di affermarsi sul
nascente mercato dei computer portatili e di chiudere diversi accordi con l'operatore
telefonico statunitense AT&T. I rapporti sviluppati su questo fronte saranno utili a
Olivetti e AT&T per intavolare trattative di tutt'altra natura: a cavallo tra la fine
degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, le due società si uniscono per creare operatori
telefonici fissi e mobili, con l'obiettivo di entrare nel mercato europeo della telefonia (in fase di liberalizzazione).
Nonostante gli sforzi, Olivetti accusa pesantemente il passaggio di decennio,
non riuscendo più a stare al passo con i ritmi e le tecnologie produttive delle
aziende giapponesi e statunitensi attive nel mercato dell'elettronica. L'era De
Benedetti, caratterizzata da una fase iniziale piuttosto positiva, si chiude nel
1996, quando l'ingegnere decide di lasciare il posto di guida della società a causa
della gravissima crisi che l'ha colpita.
Oggi Olivetti è attiva nel campo dell'informatica e della telefonia mobile,
con diversi modelli di computer desktop, notebook, stampanti
(sia laser sia a getto d'inchiostro), smartphone e tablet .